L’ingresso in asilo nido tra paure e ansie.
L’ingresso, per la prima volta, di un bimbo tra i 6 mesi e 3 anni in asilo nido forse spaventa più la madre che il piccolo.
Il lasciare da solo, per la prima volta, il proprio piccolo fa percepire nel genitore un senso di vuoto e di smarrimento che lo confronta con l’ansia da separazione rispetto al proprio figlio accompagnato da tantissime fantasie rispetto all’evento in se.
Dal lato opposto si trovano i piccoli i quali sperimentano, per la prima volta, l’esperienza di separarsi dal proprio caregiver di riferimento.
Un ambiente nuovo, dei giochi nuovi, delle abitudini nuove, dei caregiver nuovi, ovvero le maestre, che altro non rappresentano, per il piccolo, una nuova figura di attaccamento, quel sostituto genitoriale che lo aiuterà, soprattutto nei primi giorni, a separarsi dal proprio caregiver.
L’asilo nido, a differenza del pensiero che accomuna la stragrande maggioranza della popolazione, è uno spazio di crescita individuale per il piccolo in quanto, sin dalla tenera età, ha la possibilità di:
- sperimentarsi rispetto al distacco dal proprio caregiver di riferimento gli permette di stabilire il proprio legame di attaccamento con quest’ultimo.
- interagire, nel quotidiano, con i propri coetanei sviluppando le proprie capacità di entrare in relazione con l’altro tramite uno strumento prezioso che è il gioco.
- sperimentare un nuovo legame di attaccamento con gli educatori.
- adempiere ai vari compiti di sviluppo preposti in base alla propria fascia d’età.
- essere più autonomo.
Uno studio condotto dall’Università della California ha dimostrato l’asilo nido favorisce lo sviluppo delle capacità linguistiche e le loro abilità logico-matematiche.
La ricerca pubblicata su “Child Development” è stata condotta su 2700 bambini.
A confermare questa teoria vi è studio tutto italiano, condotto da Daniela Del Boca e Silvia Pasqua, secondo il quale i bambini che hanno frequentato l’asilo nido raggiungo dei punteggi più alti nelle prove invalsi di ingresso alle scuole elementari.
Gli esperti spiegano il maggiore sviluppo di alcune abilità sia riconducibile al fatto che il contatto con i coetanei, lo stimolo delle insegnanti, la partecipazione ad attività interessanti e coinvolgenti abbiano un peso davvero significativo sullo sviluppo delle capacità cognitive e relazionali dei piccoli.
È importante trasferire al proprio piccolo la serenità che merita, soprattutto in tenera età, i bambini hanno la capacità di comprende e sentire lo stato emotivo del genitore e viverlo di riflesso portandoselo dietro durante il periodo della separazione dal genitore.
Una madre, un padre, un caregiver sereno trasmetterà al figlio la serenità di cui ha bisogno per affrontare il suo ingresso al nido.